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ANCHE L’ITALIA HA IL SUO PIANO NAZIONALE SULL´USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI.


Il percorso per l´approvazione del Pan italiano, il Piano nazionale sull´uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è stato lungo e tortuoso, ha avuto inizio dal lontano 2009 e si è concluso il 19 dicembre con l´approvazione all´unanimità in Conferenza Stato Regioni.

Ma perché il cammino è stato così difficile per l´Italia?Innanzitutto è stato necessario coinvolgere tutti i portatori di interesse e, dopo la prima stesura, è stata aperta una consultazione pubblica che ha portato alla segnalazione di oltre 2.000 punti di miglioramento della bozza.Non dimentichiamo che, a differenza dei paesi del nord Europa, l´Italia ha tre caratteristiche che complicano molto le opere di questo tipo:- una varietà di produzioni invidiabile (oltre 200 specie produttive in coltura specializzata contro le grandi distese di cereali o foraggere del nord);- una frammentazione (e un conseguente individualismo) del tessuto produttivo fatto di milioni di realtà ed interessi;- una serie di competenze tecniche di eccellenza nella difesa integrata delle colture che ci fanno partire con un notevole vantaggio ma spesso non aiutano a semplificare la stesura di "norme generali".Nonostante tutto, e con oltre un anno di ritardo, il Pan è stato approvato e siamo in attesa di emanazione del decreto ministeriale.Sembra che nell´incontro del 19 dicembre non siano stati proposti emendamenti, per cui la versione definitiva dovrebbe essere quella elaborata dal Consiglio Tecnico Scientifico il 20 novembre e sottoposto all´approvazione tecnica della Conferenza Stato Regioni l´11 dicembre... ma per evitare di rendere disponibili documenti non ancora definitivi attendiamo la pubblicazione da parte della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Gli impegni per ministeri, Regioni e Province autonomeE´ sicuro che il nuovo Pan assegna un lavoro enorme al ministero delle Politiche agricole, al ministero della Salute e alle Regioni (e province autonome di Trento e Bolzano) che si dovranno attivare per rendere attuabile da parte degli agricoltori il piano stesso, con attività di coordinamento, ricerca, assistenza tecnica e divulgazione.Sarà ovviamente necessario, oltre al Comitato Tecnico Scientifico che ha portato alla realizzazione del Pan, creare una vera e propria "Task force" per attuare quanto previsto dal piano stesso e per far fronte alle scadenze (disattese) previste dal D. Lgs. 150/2012 come:- la comunicazione dell´elenco dei soggetti autorizzati alla vendita di prodotti fitosanitari (scadenza prevista per il 30/10/12);- la comunicazione al Mipaaf delle misure messe in atto per la difesa integrata obbligatoria (scadenza prevista ogni anno a partire dal 30/04/13);- la trasmissione delle misure messe in atto alla Commissione europea (scadenza prevista per il 30/06/13);- l´istituzione del sistema della formazione e del rilascio delle abilitazioni (scadenza prevista per il 26/11/13);- l´individuazione prodotti fitosanitari destinati ad utilizzatori non professionali (scadenza prevista per il 26/11/13).

Ma per gli agricoltori cosa cambierà?Certamente in Italia, già dal gennaio 2014, si delineeranno tre diverse tecniche produttive:- difesa integrata obbligatoria;- difesa integrata volontaria;- difesa biologica.Per ora si sa che tutti gli agricoltori dovranno avere accesso a dati meteorologici, che dovranno accedere a informazioni provenienti da una "rete di monitoraggio, previsione e avvertimento", che dovranno rispettare quanto previsto dai bollettini territoriali e che devono disporre di materiale informativo sulla difesa integrata.Oltre a mantenere aggiornato il registro dei trattamenti e renderlo disponibile prima della raccolta!

Autore: Ivano Valmori - Direttore Responsabile Agronotizie Fonte: Agronotizie




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